Degna sepoltura per cinque dispersi di Bagolino
Si sono tenuti sabato 21 novembre nell’ affollata Chiesa parrocchiale di San Giorgio a Bagolino, i funerali dei cinque combattenti , dati per settanta lunghi anno dispersi e deceduti nel corso della seconda guerra mondiale. Le salme grazie all’ interessamento di Roberto Zamboni, uno studioso e ricercatore volontario, erano state riesumate nei cimiteri di guerra del centro Europa. Le spoglie dei cinque combattenti bagossi erano rientrate nei giorni scorsi grazie anche all’interessamento dell’ Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Gianluca Dagani, dal Gruppo degli alpini presieduto da Elia Bordiga e dal Gruppo dei Fanti.
Due gli alpini : Daniele Fusi (Sciöpècc), classe 1921, morto nel 1944, e Pietro Lombardi (Farenù), classe 1920 e morto nel 1945. Con loro tre fanti, Rocco Foglio (Barnì), classe 1916 e morto nel 1945, Serafino Foglio (Föi), classe 1921, morto nel 1944, e Luigi Pelizzari (Bösögn), classe 1916 e morto nel 1944. Il ritorno nella propria terra ad oltre 70 anni dalla morte per una degna inumazione fra gente amica è stata doverosamente solennizzata con la presenza dei rappresentanti del Distretto Militare di Brescia, dal nostro presidente sezionale Romano Micoli, da numerose penne nere con i loro gagliardetti, di tanti fanti oltre che dall’emozione dei parenti. I cinque militari erano sepolti nei Cimiteri Militari d’Onore di Francoforte sul Meno (Germania) e di Bielany (Polonia). Il Prof. Alfredo Bonomi in Chiesa ha tenuto una “lectio magistralis“ sugli aspetti poco conosciuti dei rapporti nati dopo l’ 8 settembre ’43 fra l’ Italia e la Germania nel corso della Seconda Guerra Mondiale. E proprio nei campi di prigionia in Germania e Polonia sono morti i nostri militari di Bagolino.
Al termine della funzione religiosa presieduta da Don Paolo Morbio con accanto l’inossidabile Don Rutilio il corteo si è incamminato verso il cimitero. Prima fermata davanti al monumento dedicato ai tanti Caduti e dispersi di Bagolino. L’alza bandiera, l’ inno di Mameli ed il silenzio d’ ordinanza sono stati i momenti solenni per rendere loro omaggio. Poi l’ultimo saluto alle cinque salme avvolte dal l tricolore per una degna sepoltura attesa per settanta lunghi anni.
Gubott.