Btg. Vestone
Le origini del Battaglione, che prende il nome dall’antica borgata posta sulle rive del Chiese al centro della Valle Sabbia, sono collegate inizialmente con quelle del 5° Reggimento Alpini.
Nel 1882 fu costituito il Battaglione Valcamonica, con sede estiva a Breno e invernale a Chiari, inquadrato con 4 compagnie: la 52a e 53a a Breno, la 54a a Rocca d’Anfo e la 55a a Salò.
Nel 1887 tale unità fu sciolta e, mentre la 52a compagnia passava all’Edolo, le altre tre compagnie andarono a costituire il Battaglione Rocca d’Anfo che, nel 1889, prese il nome di Vestone.
Campagna di Libia
Il Vestone subì il battesimo del fuoco in terra africana durante la Campagna di Libia (1911-1914).
Sbarcò a Tripoli il 1° novembre 1912 e si accampò nella località Haramangi. Successivamente si portò a Zanzur e passò a far parte dell’8° Reggimento Alpini speciale, al comando del colonnello Antonio Cantore.
Il 16 novembre il reggimento iniziò l’avanzata verso l’altopiano e il 9 dicembre raggiunse il castello di Garian che conquistò il 12 dicembre. I battaglioni si sistemarono a difesa nei pressi di Tebedut, di fronte ad Assaba, che venne conquistata il 23 marzo 1913, segnando la fine della resistenza dei ribelli in Tripolitania. Per il valore dimostrato nel combattimento di Assaba al Vestone venne concessa la Medaglia di Bronzo al Valor Militare.
Il Vestone con tutto l’8° Alpini speciale, tornò a Tripoli e, via mare, raggiunse Derna. Dal 17 al 19 giugno 1913 la colonna Cantore conquistò l’altopiano di Ettangi, liquidando definitivamente i ribelli in Cirenaica. Il 18 luglio 1913 gli alpini combatterono l’ultima vera battaglia; il 18 agosto il Vestone, con l’8° alpini speciale, respinse un attacco di beduini.
Alla fine del 1913 iniziarono i rimpatri dei primi battaglioni alpini, mentre il Vestone rimase di stanza a Merg a presidiare le principali località e a fornire scorte alle carovane. Il 9 agosto 1914 si trasferì a Toletta. Il 10, la 53a la 54a compagnia sbarcarono a Napoli; la 55a con le salmerie e la sezione mitragliatrici sbarcò il 21 agosto.
Dopo il riordino della truppa e dei quadrupedi presso il magazzino di Vestone, il Battaglione raggiunse le sedi estive di Tremosine e Tignale.
Prima guerra mondiale
All’apertura delle ostilità tra l’Italia e l’Austria il Vestone era già schierato a guardia della Valle di Ledro, lungo la linea che dal Passo di Tremalzo scendeva al Garda. Alle tre compagnie si aggiunse la 91a, di milizia mobile, che nel marzo 1916 passò al Monte Suello. Nell’ottobre 1915 combatté vittoriosamente sulla Cima Nodic; l’8 dicembre sbaragliò il nemico a monte Vies, nei pressi di Tiarno.
Per i primi due mesi del 1916 presidiò la Valle di Ledro; a marzo si trasferì a Cividale, il 13 si portò a Jezerca e il 15 dislocò i suoi reparti nella valle dello Slatenik, nella regione di Monte Nero, impiegato in trasporti e lavori vari.
Il 16 settembre il Battaglione partecipò all’azione per la presa del Monte Rombon. Dopo un mese di riposo per riorganizzare i reparti, all’inizio del 1917 si trasferì sull’Altipiano dei Sette Comuni. Il 10 giugno 1917 partecipò alla battaglia dell’Ortigara dando una prova stupenda del proprio valore, con un’azione il 19 sul monte Campigoletti e il 25 sul Corno della Segala. In seguito si attestò in posizione difensiva a Cima di Caldiera.
In occasione della disfatta di Caporetto il Battaglione, abbandonate le posizioni saldamente difese, sbarrò il passo al nemico nella Val Brenta. Il ripiegamento iniziò il 7 novembre; il 13 il Battaglione si trovò a Vastagna e, fino ai primi mesi del 1918, presidiò lo sbarramento a La Grottella e allo sbocco della Val Gàdena.
A fine marzo 1918 si spostò a Vicenza per un po’ di riposo. A giugno ritornò sull’Altopiano, stanziandosi in Val Ceccona come riserva d’armata. A luglio sostituì le truppe a Col Rosso.
Dopo altri spostamenti all’inizio della battaglia di Vittorio Veneto (24 ottobre 1918), il Vestone fu ad Asolo. Il 31 ricevette l’ordine di attraversare il Piave per impedire la ritirata ai reparti nemici.
Il 2 novembre entrò in Cesio Maggiore, dove il 4 novembre giunse l’ordine di cessare le ostilità per l’avvenuto armistizio.
Primo dopoguerra
Nel 1921 il Battaglione passò alle dipendenze del 6° Reggimento Alpini.
A Fiume
Fra la fine del 1920 e l’inizio del 1921, il Battaglione Vestone fu inviato dal Governo italiano a Fiume per frenare l’azione di Gabriele d’Annunzio, che l’aveva occupata nel settembre 1919 con dei volontari. Dopo alcuni giorni di scontri, iniziarono le trattative che portarono i legionari ad abbandonare la città il 18 gennaio 1921.
In forma clandestina in Spagna
Nel marzo del 1939 il Vestone fu inviato in forma clandestina in Spagna con il nome mutato in 2° Battaglione Alpini, ma non fu impiegato per la fine delle ostilità; già nel mese di aprile dello stesso anno rientrò in Italia.
Seconda guerra mondiale
Fronte occidentale
Allo scoppio del secondo conflitto mondiale prese parte alle operazioni sul fronte occidentale. Nel giugno 1940 si trovò nella zona del Piccolo San Bernardo. Il 21 giugno raggiunse Col de la Lex Blanche e Bourg St. Maurice, il 22 Viclaire, sulla sponda destra del torrente Isère, ma già il 25 venne firmato l’armistizio.
I reparti del 6° Reggimento Alpini, di cui faceva parte il Vestone, nel mese di luglio si trasferirono in Val di Fiemme.
Fronte greco-albanese
Nel novembre 1940 il Battaglione fu impiegato sul fronte albanese: dopo i molti combattimenti, caratterizzati da gesti d’eroismo e da sacrifici di varia natura, concorse in modo così determinante nella fase finale della campagna (aprile 1941) al crollo del fronte avversario da meritare una Medaglia d’Argento al Valor Militare.
Fronte russo
Il Battaglione scrisse la pagina più gloriosa della propria storia durante la Campagna di Russia. Al momento della partenza per il fronte con la Divisione alpina Tridentina, il Vestone comprendeva le compagnie comando, 53a, 54a, 55a e 111a armi d’accompagnamento. Era inquadrato nel 6° Reggimento Alpini unitamente al Val Chiese e al Verona che, con il 5° Reggimento Alpini ed il 2° artiglieria da montagna, costituivano la Divisione alpina Tridentina.
Il Corpo d’Armata alpino era partito nell’agosto del 1942 ed era inizialmente destinato nella regione del Caucaso. Mentre si stava svolgendo il trasferimento, fu dirottato sul fronte del Don per tamponare una falla aperta dai Russi sul fronte della Divisione di fanteria Sforzesca. I primi reparti mandati in aiuto alle divisioni di fanteria italiane furono il Vestone e il Val Chiese, che il 1° settembre 1942 ricevettero il battesimo del fuoco nella battaglia di Kotovskij-Bolshoj; ciò valse al Vestone una Medaglia di Bronzo al Valor militare.
Seguirono dei giorni di rafforzamento della linea, poi a ottobre la Tridentina fu trasferita di 400 km, dall’estrema ala destra all’estrema ala sinistra, fino a Porgonoje, che raggiunse il giorno 30 ottobre; il 6° occupò lo schieramento più a nord del Corpo d’armata alpino con il Verona e il Val Chiese in linea ed il Vestone in seconda schiera. Il 15 dicembre 1942 iniziò un’offensiva russa sui settori presidiati dalle divisioni di fanteria, dove fu inviata in rinforzo la divisione Julia. A sostituire il Battaglione Val Cismon fu mandato il Vestone, che rimase in linea sul Don dal 17 dicembre fino al momento del ripiegamento, il 17 gennaio 1943.
Durante la ritirata il Vestone e il Val Chiese, con il Gruppo Bergamo e quattro semoventi tedeschi, costituirono l’avanguardia della Tridentina al comando del generale Luigi Reverberi. Sostennero durissimi combattimenti a Postojaly, a Malakajewa, a Arnautowo ed infine a Nikolajewka; il Vestone fu il primo reparto ad entrare in città superando lo sbarramento russo: ciò permise ai superstiti di uscire dalla sacca dove erano stati costretti.
Dopo Nikolajewka la marcia proseguì fino al 31 gennaio 1943, quando gli alpini poterono considerarsi in salvo, giungendo a Gomel il 1° marzo, dopo aver percorso oltre 700 km a piedi in condizioni drammatiche.
Giunti in Italia nel marzo 1943, gli alpini del Vestone furono fermati a Tarvisio per un periodo di quarantena e, dopo un licenza, rientrarono al reparto al Brennero dove li colse il tragico armistizio dell’8 settembre, che per molti segnò l’inizio della prigionia in Germania.
Gruppo Vestone
Nel 1953 un Gruppo del 5° reggimento artiglieria di montagna della Brigata alpina Orobica assunse il nome di Vestone, con reparto comando e le batterie 35a, 36a e 39a. Il 30 settembre 1975, con lo scioglimento del 5° reggimento artiglieria da montagna, venne sciolto anche il Gruppo Vestone.
Motti
Più salgo, più valgo.
Vistù!
Medaglie al valore
Tre sono le Medaglie d’Oro al Valor Militare concesse a militari del Vestone:
- il tenente Astorre Lanari, caduto sul fronte greco nel novembre 1940;
- il tenente Giuseppe Baisi, caduto sul fronte russo nel settembre 1942;
- il sottotenente Giovanni Tarchini, caduto sul fronte russo nel settembre 1942.
Altri reparti col nome “Vestone”
Reparto Volontari alpini Vestone
Fu costituito a Brescia nel 1915, forte di 57 volontari; dopo un periodo di addestramento a Vestone e poi a Preseglie, dall’8 settembre al 10 novembre 1915 il plotone venne aggregato al Battaglione Vestone. Venne impiegato in Val di Ledro (Monte Nodic); nell’agosto 1916 fu assorbito dalla 1a compagnia volontari, sempre alle dipendenze del 5° Reggimento Alpini.[1]
Battaglione della R.S.I.
Il nome Vestone fu assegnato ad un battaglione della Divisione Monterosa della Repubblica Sociale Italiana, ma il 4 novembre 1944 passò nelle file della 3a divisione partigiana garibaldina Cichero (brigata Oreste), operante nell’entroterra ligure, con il nome di Distaccamento Vistù, e si comportò con onore.[2]